Un percorso sulla valutazione mite

 



di MARIA GRAZIA DELL'ORFANELLO e del GRUPPO DI RICERCA. 

Abbiamo percepito la necessità di aprire un dibattito che solleciti la riflessione, approfondisca le conoscenze, diffonda una corretta cultura della valutazione formativa e magari riesca a dare un aiuto a docenti e genitori per muoversi nei nuovi scenari normativi. La sperimentazione vuole essere un contributo a questo processo, davvero un mutamento epocale. Si tratta di un percorso biennale di ricerca e sperimentazione, approvato dalla Direzione Nazionale del nostro movimento Senza Zaino e comunicata al MIUR, sulla “Valutazione Mite”. Abbiamo costituito un gruppo di ricerca, composto da una ventina di docenti, esso studia e seleziona pratiche, procedure e strumenti che mettano in pratica i valori di “mitezza” che condividiamo a proposito di valutazione; questi saranno poi applicati, nelle classi di riferimento, dagli insegnanti degli istituti Senza Zaino che si sono iscritti nel Gruppo di sperimentazione, essi sono una trentina; circa 120 team.

Tra i due gruppi saranno scambiati feedback continui per mettere a punto le proposte.Tutto ciò per aiutare a formulare "giudizi" descrittivi che rappresentino feedback formativi per gli studenti. Al momento di partire con la sperimentazione abbiamo sentito la necessità di conoscere meglio i contesti in cui gli strumenti valutativi e auto-valutativi sarebbero stati introdotti; per questo abbiamo costruito un questionario chiedendo come i docenti erano soliti raccogliere dati valutativi; se e come venivano condivisi periodicamente con le famiglie, oltre alla comunicazione quadrimestrale; se e come i genitori partecipavano al processo valutativo; se e come gli alunni effettuano attività di autovalutazione; ecc.

In seguito abbiamo proposto i primi tre strumenti.


 il primo strumento: Scheda-1, monitoraggio-valutazione di competenze disciplinari


Per strutturare gli strumenti da proporre nella sperimentazione ci siamo posti una domanda fondamentale: quando una raccolta dati è corretta, secondo la prospettiva di una valutazione Mite?

Secondo noi lo è soprattutto quando non misura ma dà valore (non è così scontato riconoscere una tale differenza di approccio)

  • quando si affida a strumenti validi per osservare e monitorare non alla percezione personale.

  • quando prevede una pluralità di punti di vista

  • quando è di team o comunque collegiale

  • quando seleziona con estremo rigore gli indicatori da prendere in esame scegliendo solo quelli essenziali


Questo strumento di monitoraggio è adattabile al contesto, direi addirittura che “deve” essere contestualizzato. Se la classe è numerosa, se il clima è collaborativo ecc. può essere modificato; si struttura in coerenza con la progettazione delle attività, che per noi parte dalle mappe generatrici, dunque prevede più discipline e obiettivi trasversali, infatti il nucleo delle nostre progettazioni sono le attività, di per sé interdisciplinari. Tiene anche conto delle Indicazioni Nazionali e del curricolo di scuola.


Si integra con altri strumenti, di rilevazione dei dati nel percorso di apprendimento, utili alla valutazione disciplinare (griglie/rubriche di osservazione, checklist…). Altrettanto si integra con eventuali ulteriori strumenti adeguati a esprimere l’autovalutazione (schede, card, questionari…). 

Abbiamo bisogno di una visione pluriprospettica, un unico punto di vista non sarebbe sufficiente. Per questo abbiamo applicato il principio della triangolazione che consente di confrontare tre punti di vista diversi. In particolare occorre chiarire il ruolo del “terzo punto di vista”: può essere quello dei pari, se si sono svolti lavori di piccolo gruppo, oppure occorrerà riferirsi a evidenze di documentazione quali: prodotti, manufatti o prove di verifica; ma può includere il feedback dei genitori, se hanno partecipato a qualche attività, cosa questa che con la DAD è accaduta molto spesso. Un tale strumento va, dunque, presentato tempestivamente alle famiglie e nello stesso momento possiamo richiedere una partecipazione fattiva a momenti di osservazione per consentire in seguito la compilazione di alcuni parti dello strumento, se previste.

Va inoltre costruito e discusso con gli studenti, è opportuno elaborare insieme a loro le IPU specifiche per l’utilizzo, adeguate al grado e al contesto della classe. Occorre inoltre condividerne le caratteristiche, i criteri di definizione dei livelli per valutazione/ autovalutazione: per esempio, quando e perché posso dire che sono “esperto”? 

Al termine della compilazione della scheda, consigliamo sempre un momento di riflessione e confronto tra le molteplici espressioni della valutazione. Cercheremo così analogie e differenze, ricostruiremo percorsi e non ci limiteremo a una fotografia statica dell’esistente. Cercheremo di comprendere e tener conto dei punti di partenza degli allievi e differenziare gli interventi migliorativi. Se ciò avviene in un clima disteso di condivisione e nell’ottica del “miglioramento” sarà un’occasione preziosa di metariflessione sulle caratteristiche stesse dell’apprendimento, sul “come” e “cosa” si è imparato, sul livello di competenza raggiunto da ciascuno, sugli ostacoli incontrati, sugli stimoli all’approfondimento, su eventuali sviluppi …


il secondo strumento: Scheda-2, di comunicazione della valutazione intermedia e/o finale alle famiglie



 

Qua la novità è inserire l’autovalutazione degli studenti nella scheda di comunicazione di fine quadrimestre (o trimestre, pentamestre ecc.).

Per introdurre un nuovo modo di comunicare le valutazioni dobbiamo pensare molto bene a un percorso di condivisione.

Innanzitutto le caratteristiche del documento (indicatori, descrittori dei livelli competenziali...) devono essere condivisi nel team, a maggior ragione considerando che la valutazione fa riferimento ad aree disciplinari e non a singole discipline, nonché a competenze trasversali e di cittadinanza.

All’inizio dell’anno scolastico il documento di comunicazione va illustrato alle famiglie contestualmente ad altri eventuali di monitoraggio, per presentare in modo completo il percorso di sperimentazione e la sua coerenza.

Con gli studenti il percorso sarà anche più lungo: L’autovalutazione si insegna e si impara. Occorrerà introdurre l’abitudine all’autovalutazione, laddove ancora non ci sia, anche partendo da singole semplici attività, far prendere dimestichezza con i quattro livelli nell’autovalutazione, descrivere i caratteri di ciascun livello diversi a seconda degli obiettivi presi in considerazione, far crescere la fiducia nel miglioramento, ottenere che prendano in mano le redini del proprio percorso formativo …

Tutto ciò rappresenta una vera sfida professionale!



il terzo strumento: una lettera indirizzata agli studenti per comunicare la valutazione 


Una volta giunti al termine del processo di valutazione i risultati prendono ulteriore importanza e senso nell’essere comunicati al di fuori del contesto in cui sono stati raccolti e analizzati.

Tenendo sempre ben presente che stiamo dentro al paradigma della valutazione formativa, il nostro intento specifico sarà il successo formativo. Allora la comunicazione dei risultati sarà in tono amichevole per consentire alleanze con studenti e genitori, stiamo cercando sinergie per potenziare le nostre azioni formative orientate al miglioramento! La seconda caratteristica di una comunicazione di questo tipo sarà la chiarezza seguita dalla analiticità; dovremo dunque rinunciare al “pedagogese” e alla ridondanza a favore della semplicità e della sintesi ma senza rinunciare a un grado di analisi che consenta di intraprendere percorsi di miglioramento. 

La forma a cui abbiamo pensato è quella della lettera, di seguito ne forniamo una esemplificazione.


1-Narrazione sintetica dei punti di forza e debolezza già condivisi con gli studenti durante il percorso valutativo

Abbiamo percorso insieme una parte dell’anno scolastico e tu ti sei affidato/a a noi insegnanti per superare alcune difficoltà: ricordi come leggevi lo scorso anno? Ora hai migliorato molto …. Stai imparando: dobbiamo ancora lavorare insieme affinché tu … .

 

2-Idee per pianificare insieme i miglioramenti, per studenti e i genitori

Ti proponiamo di allenarti di più in … i tuoi genitori potrebbero aiutarti a tenere un diario dei tuoi impegni … scriveremo insieme un piano …. Controlleremo insieme i progressi ogni… .


per concludere… 


I 122 team che partecipano alla sperimentazione hanno provato, non senza difficoltà (la DAD, le innovazioni introdotte da Ministero, la precarietà costante, le preoccupazioni personali…), a utilizzare gli strumenti. Il Gruppo di ricerca ha raccolto i dati della sperimentazione e ha proposto altri 3 strumenti.

Quindi … per concludere, apriamo, in attesa della prossima “puntata”!

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Riferimenti bibliografici:

P M. Pellerey. (2004). Le competenze individuali e il portfolio. Roma: La Nuova Italia.

D. Tamagnini (2016). Si può fare. Bari: edizioni la Meridiana.

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