Le fabbriche degli strumenti non si fermano!


 di MANUELA SALANI.

La videoconferenza “Le Fabbriche non si fermano” e la presentazione dei video sono stati una bellissima esperienza e un’occasione per dare nuova linfa alle Fabbriche degli Strumenti.

Il grande numero di iscritti alla videoconferenza (più di mille) ci fa sicuramente piacere, ma ci investe anche di una maggiore responsabilità verso i docenti del nostro movimento che, già nella chat, hanno mostrato molto interesse per le nostre proposte.

La videoconferenza, in modalità blended, ha alternato interventi teorici e di largo respiro alla presentazione di esemplificazioni operative sulle innovazioni presentate grazie al lavoro di alcune docenti di Lucca e ai loro alunni.


  • Nel mio intervento introduttivo ho spiegato che l’obiettivo dell’incontro era quello di rilanciare e valorizzare il ruolo delle FABBRICHE, di promuovere un “ritorno alle origini” del nostro movimento ponendo gli strumenti come base operativa e concreta del fare scuola quotidiano…...per promuovere, cioè, il carattere laboratoriale dell’apprendimento, perché molti strumenti si possono usare anche in questo periodo di emergenza sanitaria seguendo le indicazioni che abbiamo dato nel documento “Proposte per la ripartenza verso il futuro” del maggio 2020. Ho sottolineato il ruolo prezioso che le Fabbriche svolgono sul territorio attraverso corsi di formazione e consulenza sia sulla progettazione didattica sia sugli strumenti, tattili e digitali….. come costruirli, come utilizzarli, come imparare a renderli generativi di altri strumenti e attività, coinvolgendo anche le famiglie in laboratori specifici a sostegno della scuola dei loro figli.

  • Ho presentato anche un’azione molto importante gestita dalla Fabbrica di Lucca: la collaborazione con il Progetto LDLNB (L’ora di lezione non basta) che la nostra Associazione sta attuando in 15 Istituti della Rete dopo aver vinto un bando che prevede di combattere la povertà educativa con strategie da esportare poi in altre realtà……e le Fabbriche sono una di queste strategie che verranno utilizzate.

  • Tre video, girati con alunni della scuola primaria e media, hanno presentato le innovazioni proposte dal gruppo di studio e ricerca della Fabbrica di Lucca:

1. la costruzione di Percorsi in cassetta, cioè di percorsi “pensati” di apprendimento utilizzando più strumenti per raggiungere lo stesso obiettivo con una gradazione progressiva delle difficoltà o utilizzando canali comunicativi diversi;

2. la trasformazione di alcuni strumenti tattili presenti nelle Fabbriche in strumenti digitali per valorizzare gli strumenti tattili come inizio di ogni percorso di apprendimento e riconoscere contemporaneamente il ruolo di quelli digitali; 3. La scelta di giochi da tavolo che possono avere un ruolo complementare e integrativo ad alcuni strumenti e attività proposti dalle Fabbriche, per potenziare il percorso di apprendimento dei ragazzi.

I video sono stati registrati con le classi della scuola primaria di S. Pietro a Vico (LU) e della scuola media di Ponte a Moriano (LU) insieme alle insegnanti Marzia Nieri, Elisabetta Nannizzi, Laura Grida, Graziella Amadei, Daniela Michetti e Annachiara Socciarelli.

  • Daniela Pampaloni, coordinatrice delle scuole della Rete, ha parlato del SZ al compimento dei suoi 20 anni e del nostro proposito di festeggiare questa data con molti eventi a carattere regionale e nazionale per raccontare le belle cose che fanno le nostre scuole. L’obiettivo non è quello di celebrare il nostro movimento, ma di dare nuova energia ai Dirigenti e agli insegnanti con esempi, idee e proposte innovative che ci aiutino a vivere meglio in questo periodo durissimo per tutti quelli che lavorano nella scuola.

Ha parlato della scuola Senza Zaino come scuola che attua e rende operative nella didattica quotidiana le Indicazioni Nazionali, come scuola del futuro, perché inclusiva, crede nella non violenza e nel dialogo, nella progettazione e nella valutazione formativa, nella partecipazione dei ragazzi e nella costruzione di una scuola come comunità educante.

  • Davide Zoletto, pedagogista dell’Università di Udine e autore del libro “La scuola dei giochi” ha parlato della classe come comunità di gioco. Una nuova filosofia del fare scuola, del gestire quotidiano della classe vissuta come gruppo tenuto insieme dallo stesso “gioco”, inteso come partecipazione condivisa di attività e regole comuni.

In questa ottica tutta la scuola diventa un “gioco” che i ragazzi fanno insieme agli insegnanti, condividendo regole e procedure, un gioco di cui l’insegnante è l’arbitro.

In sintesi – dice il Prof. Zoletto – giocare è una cosa seria e la classe come gioco è una palestra di democrazia, perché giocare significa condividere e in questo modo i ragazzi imparano a costruire regole e a rispettarle.

  • Stefano De Carolis, della casa editrice Giochi Uniti (Lucca Comics and Game) ci ha presentato i giochi da tavolo come momento di unione e condivisione, da utilizzare con finalità ludiche, ma anche didattiche.

I giochi da tavolo, infatti, possono essere usati anche nelle scuole, perché, a differenza del digitale, permettono un contatto fisico e umano tra i giocatori, definiscono un contesto di regole uguale per tutti, stimolano energie, sviluppano diverse tipologie di ragionamento, la capacità di progettare il futuro, la socialità e una sana competizione tra i giocatori.

  • Marco Orsi, Presidente dell’Associazione SZ, ha impostato il suo intervento sulla necessità di ritrovare un equilibrio tra tattile e digitale, tra le dita e la mano, tra i sensi e i significati pensati, tra bidimensionale e tridimensionale.

Tattile e digitale rimandano, anche se in modo diverso, alle dita della mano e a diverse modalità di insegnare e di apprendere e, più in generale, di rapportarsi al mondo.

Trovare un equilibrio tra questi due mondi è molto importante anche per fronteggiare quella realtà preoccupante degli “Hikikomori”, i ragazzi che preferiscono alla realtà concreta e impegnativa, una vita virtuale, liquida, che possono manipolare a piacimento (in Italia si stimano siano circa 120mila, in Giappone qualche milione…).

Le Fabbriche, come moderne botteghe dell’artigiano, recuperano questo equilibrio, intrecciando tattile e digitale, tradizione e innovazione: da qui la loro importanza strategica nel nostro movimento.

  • e infine Rita Garau, insegnante dell’IC Pirri 1 di Cagliari ci ha presentato l’esperienza di costruzione della Fabbrica degli strumenti negli Istituti Pirri 1 e 2.

Il suo racconto, documentato con foto, è stato emozionante per il coinvolgimento non solo dei docenti e dirigenti, ma di tutta la comunità, di tutto il territorio, che ha lavorato con sinergia di intenti per costruire una comunità educante.

Un esempio che ci ha dato l’energia, l’entusiasmo e la forza per continuare su questa strada, per credere nelle Fabbriche come motore di innovazione e condivisione.

  • Alla videoconferenza hanno portato il loro saluto anche L’Assessora alle politiche formative del Comune di Lucca, Ilaria Vietina e il Presidente del CESVOT di Lucca Pierfranco Severi

……adesso bisogna dare sostanza alle nuove idee presentate!

Alla fabbrica di Lucca abbiamo già iniziato a costruire un piano per realizzare le proposte innovative presentate, che deve coinvolgere docenti "esperti" formatori e tutte le Fabbriche del territorio nazionalele per essere poi condiviso con tutti i docenti della Rete.




Commenti

Post popolari in questo blog

Un percorso sulla valutazione mite

Il Ministro e la valutazione dei docenti